Vedevo l’Italia morire pian piano già prima della pandemia. Una serie di indizi, di cose piccole e meno piccole che venivano lasciate andare. Manutenzioni rarefatte, zone abbandonate, attività che si affievolivano. Ho sempre sperato che arrivasse una formidabile occasione di cambiare il futuro del Paese.

Situazioni che si deterioravano pian piano, dando così il tempo a chi ne vivesse la quotidianità di abituarsi: per non soffrire talvolta si evita di vedere la differenza, di osservare il tuo mondo che muore, piano piano…

Tutto ciò balza all’occhio per chi vive altrove e viene in Italia ogni tanto, perchè confronta due istantanee anziché osservare il fluire di un lento film.

La pandemia ha accelerato alcuni di questi aspetti e chiudendo in casa le persone le ha poste di fronte ad una esperienza nuova, analoga a quella di chi vive lontano e torna ogni tanto.

Guardate la realtà che vi circonda come un’istantanea da confrontare con l’ultima che avete memorizzato, guardate i dettagli e riflettete.

Qui e là sprazzi di vita, ma non fatevi ingannare. Poche azioni in controtendenza riaccendono, sì, la speranza. Fornendo un ancoraggio all’ottimismo amplificano l’impossibilità di accettare l’evidenza di una nazione che non sta attraversando una crisi: sta declinando in una lenta agonia. Questo mentre recita all’infinito il mantra dei fasti passati, mentre cerca colpevoli anziché soluzioni, mentre segue pifferai magici in direzioni suicide.

Un declino alla moviola

Finora ciechi all’evidenza, perchè troppo dolorosa, forse con questo shock gli abitanti sapranno prendere in mano il destino, ognuno della propria vita, cambiando gli atteggiamenti che hanno portato sin qui.

“Guardate la realtà che vi circonda come un’istantanea da confrontare con l’ultima che avete memorizzato, guardate i dettagli e riflettete”

 

 

 

Un sintomo mi colpisce da anni: i dibattiti televisivi: inutili, ripetitivi, propagandistici e ciononostante fanno ascolti. Dal 2013, in pratica, non li guardo più. Ogni tanto mi capita di passarci sopra mentre faccio zapping e di soffermarmi un minuto: ecco capisco che non mi sono perso nulla. Mi pare di guardare la puntata successiva all’ultima che ho guardato, rendendomi palpabile come siano passati otto anni inutilmente.

E’ così: il tempo passa inesorabile e nulla cambia in quello che fu il belpaese, che passa le giornate a raccontare a sé stesso di quanto sia bello, quanta storia, arte, cultura, natura possegga e che procede disprezzando tutto ciò che nel resto del mondo porta vantaggi e benefici ai popoli. 

Benedetta Pandemia?

Ora ci è fornita una formidabile opportunità di cambiamento, indotta dalla pandemia, perchè nulla potrà più essere come prima. Dal necessario redesing delle supply chain, con la valorizzazione dei fornitori di prossimità, allo spostamento online delle attività, per giungere alla consapevolezza. Spero nella nuova consapevolezza che per stare al passo occorra studiare e prepararsi ogni giorno. Prepararsi a governare il cambiamento, e accettare che occorre farlo in prima persona, magari chiedendo aiuto, ma va fatto e non è procrastinabile. Il cambiamento è l’unica cosa stabile della vita.

Il pericolo sarà quello di pensare di poter restaurare il tempo che è andato. Sperare di far girare al contrario le lancette dell’orologio, equivale a morire. In natura, giova ricordarlo, esistono solo due condizioni: la crescita o la morte. 

Non accettiamo la logica dell’emergenza: ci farà continuare a pensarci dipendenti dalle istituzioni. Quelle stesse che nulla hanno saputo fare finora per contrastare un declino che dura da secoli, nonostante brevi sussulti. Continuare ad attendere le soluzioni da esse ci perderà ulteriormente.

Un team coeso per affrontare le difficoltà

Possiamo scegliere il nostro team, le nostre relazioni, dare valore ai rapporti umani, quindi possiamo determinare il nostro futuro

Siamo noi, soli, di fronte all’infinito del futuro. Abbiamo  la possibilità di scegliere i nostri compagni di viaggio e formare i team della nostra vita, del nostro lavoro, del nostro sistema di relazioni fortificanti.

L’occasione di cambiare il nostro futuro

E’ la più grande opportunità di riprendere il controllo della nostra vita, perchè gli Stati dovranno allentare la morsa dei controlli, delle burocrazie infernali, delle fiscalità vampiresche.

Forse potremo tornare a fare impresa liberamente in Europa. Non sarebbe accaduto senza pandemia: approfittiamo e ricostruiamo il mondo. Il mondo del futuro presente: un mondo piccolo, periferico ed online che diventa globale perchè connesso. Un mondo che difende il valore del locale, del reale, del tangibile, proprio offrendosi online.

Un’impresa fatta di relazioni personali calibrate sul rendere forte ed efficiente il nostro sistema di riferimento. Un vivere progettuale che sappia affrontare i mercati, la finanza, l’economia, gli stakeholders, in modo adeguato ai tempi. Il mondo chi chi coglie le opportunità della tecnologia e della fiscalità internazionale, senza più dimenticare la centralità dei rapporti umani.